LA STORIA DI PANTELLERIA - CONOSCEREPANTELLERIA

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LA STORIA DI PANTELLERIA

CONOSCERE

PANTELLERIA DALLA PREISTORIA ALL'EPOCA MODERNA

Le prime frequentazioni umane sull’isola risalgono probabilmente al neolitico essenzialmente per approvvigionarsi dell’ossidiana che costituiva un prezioso materiale di scambio con altre popolazioni. Le conferme arrivano da ritrovamenti di strumenti in ossidiana proveniente da Pantelleria in altri siti preistorici posti lungo le coste del Mediterraneo e persino in altre isole come Malta. La colonizzazione stabile avviene nell’antica età del bronzo (XVI secolo a.C. ). Le specificità climatiche e morfologiche prima descritte sono state affrontate  sin dalla prima fase insediativa, di essa rimane oggi un villaggio fortificato con la cinta muraria ben conservata in contrada Mursia,-Cimillia dove all’interno vi sono i resti di numerose capanne. Il paesaggio primordiale della località Cimillia è cosparso da decine di tumuli funerari(sesi) di forma semisferica costruiti con pietre  (sodatrachitiche quarzifere) sbozzate e ben combacianti con all’interno corridoi e celle (da un minimo di due fino ad arrivare a massimo di dodici  celle per quella più importante ). Nei periodi storici, una nuova colonizzazione avviene con Cartagine, e Cossyra (antico nome di Pantelleria) parteciperà attivamente alle guerre contro Roma. Nel 217 a.C. Cossyra viene definitivamente annessa a Roma. Sono presenti di questo periodo storico numerosi resti di fattorie  nelle zone più fertili dell’isola. La sua posizione geografica, strategica per approdi di rotte commerciali provenienti dall’Africa, porterà anche ad un notevole incremento economico che raggiungerà l’apice nel III secolo d.C.  Cossyra seguirà la decadenza dell’impero di Roma, anche se a margine di eventi più grandi.  Nel 440 è occupata dai Vandali.  Nel 533 i Bizantini ripopoleranno l’isola e sarà fortificata con un castello limitrofo al porto con attorno un abitato racchiuso da una cinta di mura. Il fulcro abitativo quindi si sposterà dall’area di San Marco, di epoca romana, al porto in epoca bizantina. L’isola costituirà un fronte alle mire espansionistiche degli arabi e un rifugio per i cristiani d’Africa nel 700. Con i Bizantini sono presenti sull’isola diverse comunità di monaci di rito greco. L’economia dell’isola avrà una ripresa testimoniata anche dalle numerose monete e oggetti trovati risalenti al periodo. L’occupazione araba avverrà nell’ 835 e di essi rimarrà tracce nelle procedure agricole e nei toponimi di cui sono evidenti le derivazioni. Con i Normanni nel 1123 torna a inserirsi in una visione strategica di zona intermedia tra Africa ed Europa e inizia ad assumere un ruolo neutrale anche a livello di tasse, infatti viene inclusa tra la proprietà dipendente dal ree libera da ogni servitù feudale. È interessata dagli eventi storici del 1270 con Luigi IX il Santo che la utilizzerà come base logistica. Nel 1311, con l’assegnazione di Pantelleria agli Aragonesi, diventa patrimonio della regina, continuando così la dipendenza diretta dalla casa reale o dal suo governatore. Quando nel 1421 viene concessa da Alfonso V d’Aragona in feudum a don Francesco de Belvis senza alcune prerogative, quali la giurisdizione penale che era esercitata dai governatori, così lasciando all’isola una forma d’indipendenza da servitù baronali. Le incursioni avvenute nel 1550 e nel 1553 da parte di Dragut, che distrusse le chiese e la città e prese circa un migliaio di prigionieri riducendo in modo drastico la popolazione residente, influì soprattutto sull’agricoltura che da questi eventi drammatici non riuscirà più per molto tempo a svilupparsi nelle zone lontane dalla città per gli evidenti motivi di incolumità.  A ciò corrispose la scelta obbligata di Carlo V di riacquistare l’isola dal barone Requisenz che l’aveva acquistata dal De Belvis; quindi diventadominio reale e viene dichiarata “frontiera armata in faccia al nemico.” Nel 1609, il viceré Vigliena ordinò che Pantelleria fosse considerata “effettivo real presidio del regno” e istituì la “regia feluca “(imbarcazione bassa e veloce con due alberi) per i collegamenti “stabili ” con la Sicilia.  La presenza di una consistente guarnigione di soldati di origine spagnola che si sposavano o abitavano definitivamente sull’isola è riscontrabile dagli atti di battesimo che iniziano dal 1584 essendo i precedenti andati distrutti dalla devastazione del 1553 dimostra la presenza costante del presidio militare che eviterà le incursioni devastanti del passato e vi saranno solo marginali episodi di pirateria, ma essi anche se di minore dimensioni e brevi daranno alla popolazione civile e soprattutto rurale una insicurezza che si ripercuoterà per lungo tempo. Una forma di assistenzialismo, oltre che dagli spagnoli, sarà effettuata dai Borboni e in particolare da re Ferdinando IV, che fa costruire opere pubbliche come fanali, un grande magazzino a deposito grano e altre strutture, dimostrando un insolito interesse per questa isola così marginale dal punto di vista economico ma che continua a mantenere un ruolo discreto in ambito militare.  Nel 1845 si verifica un evento importante perchè avviene lo scioglimento dei diritti promiscui tra il principe d’Aragona e di Pantelleria e il Comune; questa circostanza porterà a una bonifica dei suoli rimasti incolti per molto tempo e trasformerà l’isola in una monocoltura a vite di zibibbo. Pantelleria segue parallelamente la sorte della Sicilia e quindi l’annessione al Regno d’Italia.Questa nuova condizione offrirà all’isola altre opportunità economiche grazie  all’apertura di nuovi mercati nel resto d’Italia con i suoi prodotti derivati dallo zibibbo, agevolata da una numerosa flotta commerciale locale composta da velieri  che collegheranno molti porti italiani (Napoli Genova, ecc)  ed anche esteri ( in Tunisia) La marineria commerciale pantesca  affrontava  la navigazione in uno dei mari più impetuosi quale è quello del Canale di Sicilia e acquisiva  una propensione alla navigazione in condizioni difficili e questa capacità veniva riconosciuta anche in ambito marinaresco esterno all’isola. L’importanza strategica di Pantelleria viene valorizzata in epoca fascista dopo che nel secolo precedente era diventata marginale.Nel 1936 inizia una imponente opera di fortificazione con un presidio di circa 10.000 militari; la casualità fa coincidere questo evento a un altro di origine naturale, quale la filossera che già nel 1930 era comparsa nei vitigni riducendo i modo drastico e in tempi brevissimi la produzione di uva e modificando un’economia che era impostata principalmente sull’attività agricola costituita da piccole aziende familiari che utilizzavano la collaborazione stagionale tra gruppi parentali, riuscendo ad avere introiti considerevoli per l’isola, coadiuvati anche da un parallelo sviluppo di innumerevoli aziende vinicole, che supportate dalla produzione di uve di qualità si inserivano nei mercati nazionali di vini dolci molto richiesti in quel periodo storico. Questo inaspettato collasso economico-agricolo è superato dalla casualità storica che decide di dare valore alla sua posizione strategica con una serie di opere statali – militari quali aeroporto, porto, strade, fortificazioni, edifici pubblici che impiegano numerosa manodopera locale che altrimenti non avrebbe trovato le risorse economiche per la ripresa. Ciò comporterà la modifica anche in modo consistente della morfologia di alcune zone che verranno allargate e asfaltate. Gli eventi storici del secondo conflitto mondiale interesseranno l’isola durante la ritirata dall’Africa e la successiva liberazione della Sicilia sarà preceduta da quella di Pantelleria avvenuta nel giugno 1943 dopo un intenso bombardamento che durava da un mese, che darà risultati rilevanti solo sull’antico centro urbano che sarà smembrato nelle sue caratteristiche che portava integre dai secoli passati. Nel dopoguerra, la precedente economia basata sull’attività agricola e viticola non si adeguerà ai nuovi modelli commerciali e la popolazione dovrà subire nuovi movimenti migratori verso l’estero e verso la zona di Latina dove si formerà una consistente comunità di panteschi dediti principalmente all’agricoltura con esperienze di un’agricoltura estrema come quella di Pantelleria. Negli anni '70 nasce una nuova fonte di reddito associato al turismo stagionale e limitato a soli tre mesi estivi, si sviluppa un turismo residenziale con la rivalutazione di strutture abitative agrarie quali i dammusi e gli elementi ad essi collegati.

TESTI DALLA PUBBLICAZIONE " I GIARDINI DELL'ISOLA DI PANTELLERIA"


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